Il perdono è un sentiero tortuoso dove ci sono pochi riferimenti per orientarsi e molte insidie. E’ un sentiero che attraversa l’animo di ogni essere umano dove la luce si trova in superficie, quando si emerge dall’oscurità delle emozioni frutto dell’ingiustizia subita. Non è un sentiero che si può percorrere agevolmente da soli, per affrontarlo dobbiamo mettere la nostra mano nella mano di qualcun altro: Dio, uno psicoterapeuta, o un amico saggio.
Le parole hanno una loro storia passata e avranno una loro storia futura, ecco la storia della parola perdono.
In principio la parola perdono non esisteva, esisteva il termine latino donum, che derivava dalla radice indoeuropea dȃ, che indica uno scambio disinteressato di cose. Donare significherebbe inizialmente dare, nel senso di scambiarsi qualcosa.
Esistono doni che non possono essere ripagati equamente, come il dono della vita. Questo tipo di doni genera nell’altro un debito. Il dono diventa così asimmetrico, ma lo è anche ogni debito che non si è in grado di restituire.
Così, come nella parabola di Matteo dei due debitori (MT 18,23-35) che non potevano saldare il loro debito, si aprono due vie: applicare la giustizia simmetrica, cioè la punizione, oppure condonare il debito.
Successivamente al dono, nasce dal verbo donare il termine con-dono. La preposizione con aggiunge alla parola dono il significato di ripetizione, la ripetizione del dono iniziale, con il con-dono si dona due volte. Con questo secondo dono si può cancellare il debito.
Quando il debito verso l’altro non riguarda più beni materiali, ma una colpa etica di cui ci si è macchiati commettendo un’ingiustizia, si entra nell’ambito del per-dono.
Non è facile sapere quando è nato il termine perdono. Nel latino classico non si trova, ma è un termine diffuso nel latino volgare, anche se è riuscito ad entrare nella letteratura solo nel V secolo D.C. in una traduzione di una favola di Esopo da parte di un certo Romulus.
Il termine per-dono deriva probabilmente dall’espressione donare per gratia in cui la preposizione per intensifica il significato del dono rendendolo totale, il perdono va oltre il materiale ed include anche lo spirituale.
L’evoluzione dei termini dono, con-dono e per-dono mostra come si sia partiti da un significato materiale, per poi trascenderlo fino a recuperare la giustizia attraverso il perdono.
Quando possiamo parlare di ingiustizia?
Si commette un’ingiustizia quando si compie un atto dannoso volontariamente. Quando ciò accade si prova colpa. Quando l’uomo sa di essere ingiusto diventa capace di accettare la punizione, ma anche di aprirsi al perdono, cioè alla gratia.
La punizione serve a restituire una simmetria tra offeso e offensore, ma come sappiamo i procedimenti giudiziari spesso non fanno sentire che giustizia è stata fatta. Solo il perdono ha il potere di far tornare il colpevole nell’ambito della giustizia, ma non può far sì che offeso e offensore tornino alla relazione esistente prima della colpa.
Con il perdono la vittima si libera da una relazione con il colpevole dominata da emozioni spiacevoli come rabbia, rancore e odio. Con la vendetta invece non si ha il superamento di queste emozioni, ma la creazione di un circolo vizioso che le esacerba.
Il perdono è necessario affinché ci sia la speranza di guarire le ferite inflitte ingiustamente e di creare un nuovo rapporto tra le parti. Il perdono è un prerequisito per la riconciliazione, ma non la causa. Tra perdono e riconciliazione non c’è un rapporto biunivoco, si può perdonare senza riconciliarsi.
Nella storia della parola perdono troviamo tutti i temi fondamentali del sentiero che porta alla liberazione dalle emozioni legate all’ingiustizia subita: regalo, colpa, vendetta, riconciliazione, cambiamento intra e interpersonale.
E’ un sentiero laico, che riguarda ogni essere umano, ma che interessato la filosofia ed ha attraversato le grandi religioni monoteiste e quella buddhista. La ricerca scientifica sul perdono è cominciata infatti solo alla fine del secolo scorso.
Dobbiamo prenderci un po’ di tempo per vedere come il tema del perdono è visto dalle quattro religioni più diffuse, perché ci sarà utile per capire cosa è emerso dalla ricerca psicosociale.
Le concezioni religiose del perdono sono interessanti, perché favoriscono la comprensione dei vari aspetti del perdono in ambito psicosociale. Per cominciare le credenze religiose favoriscono una predisposizione al perdono, ma sono anche illuminanti, perché toccano gli aspetti cruciali e controversi che ritroviamo nelle nozioni psicosociali di perdono.
Leggi anche i prossimi articoli per cominciare a familiarizzare con il Processo terapeutico del perdono.
Se vuoi leggere di Perdono, vendetta e riconciliazione nelle grandi religioni, clicca qui
Fammi sapere cosa ne pensi. Grazie!
Dr..sa Luigina Pugno